venerdì 14 luglio 2017

Corso di Perfezionamento in Antropologia delle Migrazioni: all'anno prossimo!

Si è concluso questo giovedì 13 luglio 2017 il Corso di Perfezionamento in Antropologia delle Migrazioni indetto dal Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa” dell’Università di Milano-Bicocca e tenutosi presso lo stesso Ateneo. Il percorso didattico, che si è articolato lungo 76 ore di lezione, ha inteso offrire alle corsiste – la declinazione al femminile è d’obbligo, considerata la composizione del gruppo – uno sguardo panoramico, e allo stesso tempo approfondito, sul variegato e complesso fenomeno delle migrazioni contemporanee analizzate attraverso la particolare lente disciplinare dell’antropologia, un sapere che a partire dalle sue specifiche competenze “di campo” si propone di fornire preziosi strumenti teorici che permettano una migliore comprensione della realtà concreta dei processi storici, culturali, sociali, economici e politici che attraversano la nostra quotidianità. In questo senso, il fenomeno migratorio rappresenta oggi una delle chiavi di lettura più significative, tanto a livello nazionale quanto europeo, per via della rilevanza che tale questione ha assunto nel discorso pubblico e mediatico.


Attraverso il contributo di svariati relatori di pregio - non solo antropologi e docenti universitari, ma anche rappresentanti delle istituzioni, artisti, fotografi e documentaristi –, il corso ha preso le mosse dalla definizione dei contesti di origine delle migrazioni, focalizzando l’attenzione su alcuni casi studio che si prestassero all’analisi delle cosiddette “culture della mobilità”, problematizzando dunque allo stesso tempo concetti (e pregiudizi) come quello della “metafisica della sedentarietà”. Come ebbe a dire il celebre sociologo algerino Abdelmalek Sayad, infatti, occorre sempre tenere a mente che, anzitutto, ogni immigrato è anche, o soprattutto, un emigrato. Di qui la rilevanza per l’analisi antropologica dei contesti di origine, al fine di ricercare le pratiche e i saperi locali entro cui le migrazioni prendono corpo.
Parte del corso è stata poi dedicata al vero e proprio percorso migratorio, identificandone i principali canali di transito e soffermandosi dunque sulle possibilità e sulle modalità di attraversamento delle frontiere, per poi concentrare l’attenzione sui contesti di approdo e i processi di accoglienza e integrazione, ponendo l’accento - al di là dei dati numerici -, sulla dimensione esperienziale del migrante, inteso come soggettività attorno alla quale si configurano politiche, pratiche e saperi spesso conflittuali.
"The Migrants Arrived in Great Numbers", Jacob Lawrence (1940-41)

Un’ultima parte del corso, infine, ha spostato lo sguardo dalle migrazioni forzate, dei richiedenti asilo e rifugiati, al più ampio discorso della mobilità internazionale, ponendo particolare attenzione al mondo post-sovietico dell’Est Europa, per ricondurre il fenomeno migratorio non solo a dinamiche storiche di ampio respiro, ma anche per affrontare il tema del lavoro di cura che connota in modo preponderante le storie di migrazione di decine di migliaia di donne provenienti da Albania, Romania, Moldavia e Ucraina, così come anche da altri paesi al di là dell’Adriatico.

Per concludere, il corso ha rappresentato un’occasione preziosa per riflettere criticamente su un tema purtroppo troppo spesso affrontato con superficialità, piegato a strumentalizzazioni ideologiche di ogni sorta e giocato sulle vite delle persone. La costruzione consapevole di un sapere informato sulla mobilità umana rappresenta oggi una sfida aperta al futuro e per proseguire il tortuoso cammino lungo la strada di una migliore comprensione del fenomeno non resta che attendere fiduciosi la prossima edizione del corso!

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