Sono aperte le iscrizioni alla
decima edizione del Corso di Perfezionamento in Antropologia delle Migrazioni
organizzato dal Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione "Riccardo
Massa". Sul sito dell'Università di Milano Bicocca sono ora disponibili il
bando e il regolamento del corso, completo di tutte le informazioni relative al
piano didattico. La scadenza per la presentazione delle domande di ammissione è fissata per il 13 febbraio 2017... dunque occorre affrettarsi!
Il corso di perfezionamento è rivolto ai laureati di primo livello di tutte le discipline (anche attualmente iscritti a un corso di laurea magistrale) interessati ad approfondire lo studio delle scienze antropologiche e comprendere l’apporto unico e originale che l'antropologia può portare anche in altri campi del sapere e del "saper fare".
Un corso dedicato a chi si trova
in prima linea in quei territori di frontiera dove l’incontro con l’altro è
all'ordine del giorno e causa conflitti, incomprensioni, pensieri divergenti,
opportunità, sfide e dove si mescolano e si materializzano i desideri, le
differenti visioni del mondo, della società, delle relazioni tra persone di
ogni provenienza e tradizione. Si pensi, per esempio, a tanti lavori e
professioni di pubblica utilità che spesso soffrono lo scarto tra il dover
essere e la realtà, tra le motivazioni che hanno portato a fare un certo
percorso professionale, di studi e di vita e la realtà di certi servizi,
dominati da routine difficili da scalfire quando da modificare.
Un corso rivolto a chi ha voglia,
coraggio e passione di mettersi in discussione, di farsi domande non banali, di
provare a capire a fondo i luoghi in cui viviamo e lavoriamo, le relazioni e le
rappresentazioni dei fatti che le persone propongono; di guardarsi mettendo un
po' di distanza e decentrando lo sguardo da se stessi e dal proprio gruppo di
appartenenza (anche professionale), dalla propria quotidianità, dalle proprie
routine, dalle proprie certezze. A chi ha voglia di non fermarsi di fronte ai
problemi che la vita in relazione con gli altri ci offre, di imparare facendo,
di darsi il tempo per studiare i fenomeni e la realtà sociale in cui siamo
immersi, provando a non farsi travolgere ma a immergervisi consapevolmente e
starci dentro, con i piedi più saldi possibile, navigando nella complessità
della modernità e dei nostri contesti di vita, lavoro, relazione.
Grazie alla guida di docenti
competenti e appassionati, il gruppo avrà la possibilità di incontrare e
conoscere sia i fondamenti classici del pensiero antropologico che di lavorare
su tematiche di attualità. L’incontro con professionisti che utilizzano il
sapere antropologico anche al di fuori del mondo accademico sarà un’altra
opportunità per comprendere come possa essere speso nello scenario pubblico il
sapere etno-antropologico e le sue influenze.
Mi sia concessa una nota personale. Dopo anni di vari lavori nel terzo
settore (dal 2015 coordino il Centro Naga Har per richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tortura dell'Associazione Naga Onlus di Milano) a contatto con tanti profili professionali validi e differenti,
con tante biografie di ogni provenienza, posso senza ombra di
dubbio affermare che il continuo dialogo con l'accademia e con me
stesso, con i colleghi di lavoro, con gli "utenti" (termine in voga nel terzo
settore ma profondamente ambiguo) e con tanti antropologi mi ha permesso
una maggior capacità di comprendere e leggere la realtà in cui opero e
vivo oltre che un validissimo supporto nei momenti bui che il lavoro nel
sociale spesso offre. Quando, ancora agli inizi della mia carriera universitaria leggevo con grande entusiasmo etnografie che descrivevano le stesse situazioni, le stesse difficoltà, gli stessi sentimenti che vivevo io da operatore sociale...ah, che sollievo! allora non ero solo al mondo, mi dicevo!
Il corso di perfezionamento è dunque un esercizio che vale la pena di essere fatto: un bel regalo per se stessi, per la propria crescita professionale e intellettuale. Può sicuramente maturare frutti anche per altri: all'interno del proprio ente di appartenenza portando nuovi paradigmi teorici, nella propria realtà associativa, nella propria pratica professionale quotidiana, nelle relazioni con gli altri, chiunque essi siano. Quindi non solo un corso utile alla propria professione e a se stessi, ma anche alla società in cui viviamo e in cui vivremo!
Il corso di perfezionamento è dunque un esercizio che vale la pena di essere fatto: un bel regalo per se stessi, per la propria crescita professionale e intellettuale. Può sicuramente maturare frutti anche per altri: all'interno del proprio ente di appartenenza portando nuovi paradigmi teorici, nella propria realtà associativa, nella propria pratica professionale quotidiana, nelle relazioni con gli altri, chiunque essi siano. Quindi non solo un corso utile alla propria professione e a se stessi, ma anche alla società in cui viviamo e in cui vivremo!
Oltre a invitare tutti i dottorandi DACS a diffondere la notizia dell'apertura delle iscrizioni al Corso di Perfezionamento in Antropologia delle Migrazioni... anche un premio a chi scopre cos'è e cosa centra col tema del post la prima delle due fotografie di corredo!
RispondiEliminaLo scorso anno ho avuto il piacere di essere tra i docenti del Corso di Perfezionamento in Antropologia delle Migrazioni e anche quest'anno vi terrò un paio di lezioni... un'esperienza molto arricchente, durante la quale anche chi insegnava ha avuto modo di imparare molto dalle esperienze degli iscritti, le cui competenze professionali sono state valorizzate e messe in rete.
RispondiEliminaProfessore, Una informazione: Non c'è la possibilità di seguire il corso in modalità elearning? Io insegno in Sicilia ed ho grosse difficoltà a poter partecipare.. grazie
EliminaGentile Rosalba, grazie per averci contattato! Per questa edizione del CdP non è prevista la modalità e-learning ed è obbligatoria la presenza per almeno il 75% delle ore totali del corso. Un caro saluto!
EliminaLa prima immagine del post ritrae la facciata di Palazzo Strozzi a Firenze, dove l'artista cinese Ai Weiwei, nel settembre 2016, ha installato una serie di gommoni di colore rosso, estremamente appariscenti, proprio al fine di richiamare l'attenzione della cittadinanza sul dramma dei migranti. L'opera d'arte, chiaramente provocatoria, ha sollevato enormi polemiche, non solo legate al fatto che l'installazione interagisce con un'edificio storico risalente al Rinascimento. La "questione migratoria", infatti, negli ultimi anni è stata sempre più utilizzata strumentalmente per fini politici e risulta dunque oggi un tema fortemente ideologicizzato dove si proiettano, da una parte e dall'altra, enormi pregiudizi, che ostacolano analisi ed eventuali risoluzioni.
RispondiEliminaQuest'immagine, tra l'altro, mi ha fatto ricordare che solo pochi giorni fa, il regista messicano Iñarritu aveva proposto di esibire in Piazza Duomo, a Milano, il barcone naufragato al largo della Libia nell'aprile del 2015, dove oltre 700 migranti avevano trovato la morte. Anche in questo caso sono fioccate polemiche di ogni sorta, e il progetto, per il momento, pare fermo.
Il Corso di perfezionamento di Antropologia delle Migrazioni è sicuramente un'opportunità da non perdere per tutti coloro che hanno a cuore un tema così attuale e divisivo.