Martedì 13 dicembre, durante il Corso di Antropologia dei Processi Migratori tenuto dalla prof.ssa Barbara Pinelli, è stato proiettato il film-documentario “Wallah - Je te jure”, realizzato da Marcello Merletto e prodotto dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM).
Il documentario, come ha avuto modo di spiegare l’autore, è un “racconto corale”, narrazione collettiva dell’esperienza migratoria così come vissuta dai diretti protagonisti e dai loro familiari. Attraverso testimonianze genuine raccolte nei luoghi di partenza, di transito e di approdo dei migranti, questo lavoro tecnicamente impeccabile restituisce una visione trasversale di un fenomeno che sempre più frequentemente è soggetto a strumentalizzazioni di varia natura.
Per coloro che vivono e agiscono nel mondo della ricerca antropologica, la visione del film è stata inoltre un’ottima opportunità per riflettere non solo sulle tematiche dei processi migratori, ma anche sulle loro rappresentazioni, e per ragionare sugli stimoli e il contributo che uno strumento come il documentario può fornire all’antropologia visuale e più in generale alla disciplina tutta.
Di grande interesse, infine, l’intervento del prof. Guido Veronese, docente e psicoterapeuta, che a conclusione della proiezione ha offerto ulteriori stimoli di riflessione grazie ad alcune profonde considerazioni circa la condizione di sofferenza psichica che molto spesso interessa il soggetto migrante e che, di conseguenza, interroga saperi e pratiche di chiunque si relazioni ad essi.
L’invito, per coloro che non avessero potuto partecipare all’incontro, è di approfittare dei prossimi appuntamenti previsti in tutta Italia per la proiezione del documentario.
Nel frattempo qui di seguito è possibile visionarne il trailer.
Grazie Raul per il post! Segnalo, a chi non fosse specialista del tema, l'attività di due realtà create da antropologi che lavorano sui temi sollevati dal documentario e che sono anche un buon esempio di applicazione dei saperi antropologici:
RispondiElimina- sulle questioni delle (auto)rappresentazioni dei percorsi dei richiedenti asilo notevoli sono i lavori dell'Archivio delle Memorie Migranti di Roma: www.archiviomemoriemigranti.net. Alla giornata conclusiva del Corso in Antropologia delle Migrazioni in Bicocca, lo scorso anno, l'antropologo Gianluca Gatta del'AMM ci aveva presentato i documentari creati in modo partecipativo dall'Archivio coinvolgendo rifugiati giunti in Italia a Lampedusa... in buona parte sono visibili sul sito.
- In tema di psicoterapia legata ai traumi subiti dai richiedenti asilo, segnalo invece l'importante attività svolta da anni a Torino dal Centro Frantz Fanon e in particolare dagli antropologi Roberto Beneduce e Simona Talliani: www.associazionefanon.it